TEATRO TRIANON

‘O Trianon

“Trianon” è il nome del villaggio acquistato e poi distrutto da Louis XIV di Francia per annetterlo al parco della reggia di Versailles. In questo luogo il re Sole costruisce «una casa per farvi merenda», dove fuggire con la famiglia lontano dalle fatiche del potere. È solo l’inizio dello sviluppo dell’area come buen retiro regale. Nel secolo scorso il toponimo è adoperato per intitolare il teatro che nasce come sostegno allo sviluppo immobiliare della nuova insula elegante del Risanamento. Prossimo al “Rettifilo” – la grande via, denominata corso Umberto I, che riprende il modello urbanistico francese del boulevard – l’immobile insiste sull’area magnogreca del quartiere di Forcella, cuore del centro antico della città, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Nell’antistante piazza Vincenzo Calenda vi sono alcuni resti della cinta urbica di Neapolis (tra il V e il IV sec. a.C), che la tradizione popolare chiama “‘o cippo a Furcella” e che l’immaginario collettivo usa per sottolineare la vetustà di qualcosa («S’arricorda ‘o cippo a Furcella!»). All’interno del teatro è ospitata l’unica torre di guardia ancòra esistente di Neapolis e inglobata nella struttura dal costruttore e primo proprietario del teatro, Amadio Salsi, la torre della Sirena, così battezzata per evocare il mito fondativo di Parthenope e del suo canto ammaliatore. Il sistema tettonico in cemento armato, uno dei primi esempi in Italia, precorre a Napoli il teatro Augusteo di Pier Luigi Nervi e Arnaldo Foschini (1926-29). L’8 novembre 1911 si inaugura la sala con la fortunata commedia Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta. Nella sua ricca storia centenaria, il Trianon ospita tutti i principali artisti della scena teatrale e musicale partenopea del Novecento, da Totò a Mario Merola, che debutta proprio qui vincendo un concorso di voci nuove nel 1959. La presenza delle maggiori famiglie teatrali, dai De Filippo ai Viviani, dai Fumo ai Maggio, fa di questo teatro un riferimento dell’arte attoriale di tradizione. Negli anni ‘30, con la compagnia residente di Salvatore Cafiero ed Eugenio Fumo, il teatro è un palcoscenico d’elezione per la sceneggiata. In epoca fascista il teatro cambia nome in “Trionfale”, in ossequio all’autarchia linguistica imposta dal regime. Nel 1940 Gustavo Cuccurullo lo acquista per trasformarlo poi, nel 1947, nella sala cinematografica Splendore. Divenuta negli anni ’90 un cinema a luci rosse, la sala è riportata all’antica funzione teatrale da un altro Gustavo Cuccurullo, pronipote del precedente. La ristrutturazione è firmata dall’architetto Massimo Esposito, che recupera anche alla fruizione collettiva la testimonianza magnogreca ospitata all’interno, la “torre della Sirena”. Il nuovo Trianon è inaugurato il 7 dicembre 2002.

Nell’aprile del 2006, “‘o Trianon” – come da sempre è chiamato affettuosamente dai napoletani – diventa a intera partecipazione pubblica ed è dedicato al commediografo e attore Raffaele Viviani. Il Trianon Viviani ritorna a operare, retto dalla fondazione omonima posta sotto la direzione e il coordinamento della Regione Campania e dell’altro socio fondatore: la Città metropolitana di Napoli. Il direttore artistico per il triennio 2020-2023 è Marisa Laurito, che realizza finalmente il sogno di avere nella città di Napoli un teatro dedicato alla grande musicalità partenopea, e così il teatro diventa Trianon Viviani, il teatro della canzone napoletana destinando ampio spazio attivo anche all’animazione culturale e sociale del quartiere, attento al patrimonio tradizionale quanto ai nuovi linguaggi, un polo produttivo unico che intende anche collocarsi nel più ampio mercato del turismo e del tempo libero. STANZA DELLE MERAVIGLIE DELLA CANZONE NAPOLETANA La Stanza delle Meraviglie è uno speciale spazio “immersivo” frutto di un progetto unico e innovativo nel panorama italiano e internazionale. Grazie all’utilizzo di impianti digitali, i visitatori possono entrare virtualmente in una Napoli di altri tempi, con una “passeggiata immersiva”, della durata di trenta minuti, che consente di rivivere, tra suoni, colori e immagini in movimento, la storia della canzone napoletana con un’esperienza multisensoriale. Le interpretazioni contemporanee delle canzoni, fedeli al rispetto filologico delle partiture e dei testi, sono contrappuntate da foto e dipinti d’epoca, con una ricostruzione ambientale in costume. Il periodo considerato va dalla fine dell’Ottocento fino al 1940, arco temporale in cui si concentra il maggior numero di musicisti e poeti impegnati nella produzione della canzone classica Napoletana. All’interno del teatro Trianon Viviani ci sono molti spazi adatti ad essere usati per: convention, saggi scolastici, concerti, mostre d’arte, eventi privati.

Teatro Trianon

NOME SALACAPACITÀ
Teatro Trianon530 posti