FONDAZIONE ENTE VILLE VESUVIANE

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La Fondazione Ente Ville Vesuviane, costituita, ai sensi del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419, sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali – attuale MIC – ha lo scopo di provvedere alla conservazione, al restauro e alla valorizzazione del patrimonio artistico costituito dalle ville vesuviane del secolo XVIII, con i relativi parchi e giardini, di cui abbia la legittima disponibilità.

L’obiettivo fondamentale che viene portato avanti con costanza da anni attraverso una ricca rosa di offerte è quella della messa a disposizione degli ambienti fruibili delle Ville per visite guidate, laboratori didattici, eventi culturali di vario genere: musicale, teatrale, letterario, come anche per mostre temporanee e convegni culturali.

Villa Campolieto venne edificata nel 1755 per volontà di Don Luzio di Sangro, Duca di Casacalenda e Principe di Campolieto, che seguì come tanti altri nobili dell’aristocrazia napoletana, la volontà del Re Carlo di Borbone di edificare lungo la costa vesuviana, luogo ricco di bellezze paesaggistiche e storico archeologiche.

Visitare oggi Villa Campolieto partendo dall’imponente architettura che vede anche la firma di Luigi Vanvitelli e culminando nella visita interna con gli affreschi di importanti artisti settecenteschi significa rivivere la storia dello sfarzoso passato che per poco più di un secolo fece di questa costa il tratto più bello e ricco del regno dei Borbone. Da qui l’appellativo di Miglio d’Oro, per le splendide ville di delizie tra Vesuvio e mare.

L’area del parco sul mare di Villa Favorita è tornata all’antico splendore grazie all’intervento della Fondazione Ente le Ville Vesuviane ed insieme al percorso di visita di Campolieto, permette di conoscere un altro tassello della ricca epoca vesuviana del Miglio d’Oro. Proprietà del Principe di Salerno Leopoldo di Borbone, figlio di Ferdinando IV, nel 1823 fece costruire all’interno del parco verso mare della Real Villa Favorita giostre e strutture ludiche aperte al popolo durante i giorni di festa: orchestrine, caroselli, e giostre a forma di cavallo e di barca, ruote panoramiche e montagne russe. Andati perduti durante il successivo periodo di abbandono della residenza reale, oggi è visitabile all’interno del parco la Casina dei mosaici, resa unica dall’utilizzo di materiali misti che vanno dalla madreperla ai cocci di porcellana, che compongono mosaici suggestivi di gusto eclettico.

Il panorama che si ha la possibilità di ammirare dal retro della Casina dei Mosaici e tra i più suggestivi, da cui è possibile vedere l’approdo borbonico, anch’esso riqualificato dalla Fondazione

La casa di campagna sorta per scopi legati ai tempi del raccolto e delle stagioni sul finire del XVII secolo, è arrivata ad essere monumento nazionale nel 1937 ad un secolo dalla morte del poeta Giacomo Leopardi, che lì trascorse alcuni soggiorni. Villa Ferrigni Carafa d’Andria, oggi nota come Villa delle Ginestre, conserva al suo interno alcune tracce di quel passato che ispirò il poeta dell’Infinito per la composizione del canto de La Ginestra, testamento letterario dal profondo legame con il territorio vesuviano, tra mare e fuoco, tra distruzione e rinascita.

Una suggestiva visita negli spazi che hanno dato rifugio e materia d’ispirazione – seppur breve – ad una delle figure italiane più importanti della nostra letteratura.

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